25 April 2013

Pietà l'è morta




L'immensa interpretazione di Ginevra Di Marco, nel giorno della liberazione dal nazifascismo, di "Pietà l'è morta". Quando questa mattina me lo sono visto passare in TL sono andato ad ascoltarmelo e mi ha fatto davvero venire i brividi...

Oggi non può che essere dedicato a tutti coloro che hanno combattutto contro il fascismo fino all'ultimo, anche a costo della loro stessa vita

"La meglio gioventù, che finisce sottoterra..."

Non dimentichiamoli, e non dimentichiamo le ragioni di quell'estremo sacrificio.

15 April 2013

Vittorio Arrigoni, un vincitore. #stayhuman




Un ricordo di Vittorio "Vik" Arrigoni, l'attivista italiano ucciso il 15 Aprile di due anni fa da un gruppo salafita a Gaza.
"Restiamo Umani" è il libro che raccoglie i suoi reportage da Gaza.

Ad un certo punto, Arrigoni parla da un cimitero inglese della prima guerra mondiale nel quale sono seppelliti soldati di tutte le religioni, anche quelli di religione ebraica... il cimitero, che si trova in Palestina, è stato bombardato e danneggiato dall'esercito israeliano durante un raid. Da quel posto silenzioso, in cui anche i morti sono stati disturbati dall'assurdità della guerra, Vik dice una cosa molto bella, e visto come sono poi andate a finire le cose, mi ha colpito particolarmente.

Io la scrivo appunto... così resta.
(Minuto 17:50)

Chissà... i ragazzi qui seppelliti magari ci credevano. Credevano alla guerra come risoluzione, alla guerra come un ideale a cui donare la vita. Io che non credo alla guerra non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire [...] vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: "Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare".

Vittorio Arrigoni, un vincitore.

Restiamo umani.

13 April 2013

Pioggia

Pioggia
Le gocce sul vetro della macchina
Il rumore di un generatore
Poi il silenzio
Solo il vento si fa sentire, mentre accarezza l'erba dei prati circostanti.
Il movimento nelle mie dita
Che si agitano a cercare parole
Le parole che servono a fermare i pensieri
Che passano, liberi
Alla ricerca di un'altra emozione.

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11 April 2013

Commuting back home

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The countryside and a bicycle... A perfect combination for happiness.



La Thatcher, la FA... e il calcio moderno

Un bellissimo articolo di Luca Pisapia su quello che sembra il rifiuto da parte della FA, la Football Association, di tributare un minuto di silenzio per la morte di Margaret Thatcher.

Nell'articolo si sviluppa una tesi interessante che fa coincidere l'arrivo della Lady di Ferro con l'inizio di quello che oggi chiamiamo, con tutto il disprezzo possibile ed immaginabile, "calcio moderno".

 

Qui di seguito l'articolo:

Thatcher, nessun omaggio dalla federcalcio inglese: “No al minuto di silenzio” - Il Fatto Quotidiano.

10 April 2013

The Lonesome Boatman

I saw which nearly broke my heart

A tramp lay dying

In the park

I knelt beside him to hear him speak

And the words that

He spoke were very

Weak

He told me a story of

Long since past

Of a gallant ship with it’s long grey mast

Of his captain’s cap

With it’s shining braid

And the wonderfull voyages that he made

Oh silent annie was that great ships name

Like a token of love

He spoke her name

She sailed round the horn

Ay’e more than once

She could cut through

The waves

Like a sharpen’d lance

Oh believe me he said

As his eyes filled with tears

Like a drunk on the corner

Remembering his years

He reached out his hand

And he took it in mine

I believe you i said

And he gave a sad smile

Then came the day when they towed her away

Her sid’es they were sore

From the sea’s angered spray

He said she’s unfit to

Sail out once more

They tugged her more windward

All around sandyshore

As they broke silent annie

I watched with a sigh

I remembered her beauty

When i was a boy

She was my one love my

Lifes only dream

When we sailed out together

As captain and queen

It started to rain i

Felt my hand tight

He squeezed even harder

As he ended the fight

The people they gathered

And watched with dismay

The ambulance men came and took him away

I got to my feet and i

Walked through the park

The sun it had gone but

It was not yet dark

My body was wet my

Clothes were not many

My thoughts were around

By the ship silent annie





My Bianchi Sempre


My Bianchi Sempre
















23 Marzo 2013 - La mia Bianchi Sempre è finalmente arrivata in cima al Caha Pass, Beara, Co. Cork.

Sono soddisfazioni...

9 April 2013

Confusione

Ci sono momenti della nostra vita in cui abbiamo disperatamente il bisogno di uno spazio sufficiente intorno a noi per poter respirare e sentirci vivi, per sentirci liberi. Oggi ne ho bisogno più che mai, perché molto spesso l'accavallarsi di ruoli e responsabilità che ci troviamo sulle spalle ci confondono le idee e quando abbiamo le idee confuse, rischiamo di sbagliare strada...

8 April 2013

There is Power in a Union

There is power in a factory, power in the LINE

Power in the hands of a worker

But it all amounts to nothing if together we don't stand

There is power in a Union


Now the lessons of the past were all learned with workers' blood

The mistakes of the bosses we must pay for

From the cities and the farmlands to trenches full of mud

War has always been the bosses' way, sir


The Union forever defending our rights

Down with the blackleg, all workers unite

With our brothers and our sisters from many far off lands

There is power in a Union


Now I long for the morning that they realise

Brutality and unjust laws can not defeat us

But who'll defend the workers who cannot organise

When the bosses send their lackies out to cheat us?


Money speaks for money, the Devil for his own

Who comes to speak for the skin and the bone?

What a comfort to the widow, a light to the child

There is power in a Union


The Union forever defending our rights

Down with the blackleg, all workers unite

With our brothers and our sisters together we will stand

There is power in a Union.









 

There is Power in a Union


There is power in a factory, power in the LINE
Power in the hands of a worker
But it all amounts to nothing if together we don't stand
There is power in a Union

Now the lessons of the past were all learned with workers' blood
The mistakes of the bosses we must pay for
From the cities and the farmlands to trenches full of mud
War has always been the bosses' way, sir

The Union forever defending our rights
Down with the blackleg, all workers unite
With our brothers and our sisters from many far off lands
There is power in a Union

Now I long for the morning that they realise
Brutality and unjust laws can not defeat us
But who'll defend the workers who cannot organise
When the bosses send their lackies out to cheat us?

Money speaks for money, the Devil for his own
Who comes to speak for the skin and the bone?
What a comfort to the widow, a light to the child
There is power in a Union

The Union forever defending our rights
Down with the blackleg, all workers unite
With our brothers and our sisters together we will stand
There is power in a Union.


THERE IS POWER IN A UNION LYRICS - BILLY BRAGG:

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L'ultimo saluto della Thatcher a Di Canio

L'ultimo saluto della Thatcher a Di Canio



L'ultimo saluto della Thatcher a Di Canio

L'ultimo saluto della Thatcher a Di Canio



Oggi, tra le altre cose, è anche morta la Thatcher

Per rubare le parole ad un cavaliere mascherato, "il mio pensiero va ai minatori inglesi" (zeropregi)

Dicevo... non ne posso veramente più di sta cazzo di vita in ufficio.
Mi sento quasi soffocare in certi momenti... Ma non potevo scegliere di fare altro nella vita? O meglio scegliere potevo di sicuro, solo che non l'ho fatto... Ho lasciato che le cose accadessero come sempre. Non ho fatto un bel niente per fare ciò che avrei voluto fare.
Sono partito e ho lasciato tutto indietro. Non l'ho fatto per cercare un lavoro, l'ho fatto solo per fuggire da una donna, per fuggire dal dolore che mi aveva procurato vederla andare via con un altro, come se niente fosse... ma si sa che "l'amore vola" e poi mi sono ripreso bene dai...
Poi per un mese ho fatto quello che beveva e che si divertiva. Quello che giocava a viaggiare tra una brughiera e l'altra con uno zaino in spalla e una chitarra in mano. 
Quello che uscito dal Monastery Hostel di Lettefrack per salire sui Twin Pens ha chiesto alla tipa per la strada "scusa bella,  dov'è il sentiero per andare su in cima?" e lei che mi guarda come se fossi scemo e mi dice: "siamo in Irlanda, qui non ci sono sentieri... te lo devi creare tu il tuo sentiero". 
Alla fine il sentiero non l'ho trovato, ma dopo qualche difficoltà e dopo essere rimasto impantanato nel fango un paio di volte, lassù in cima ci sono arrivato e mi ricorderò per sempre il senso di libertà, ma anche di tristezza che mi ha invaso quel giorno.
Tirare fuori il dito e fare l'autostop era bello. Dopo quasi tredici anni ritrovarsi in un ufficio e non avere più lo smalto di allora lo è un po' meno, ma forse tutti scriverebbero le stesse cose che sto scrivendo io in questo preciso istante. Forse tutti pensano o provano le stesse cose che provo io.

Disordinato lo sono sempre stato e quindi la scrittura non può fare eccezione. Che poi la scrittura è una questione di esercizio come tante altre cose, la maggior parte delle cose.
Il talento senza applicazione non vale un cazzo.
Dico sempre che dovrei scrivere di più per sfogarmi e in fondo mi piace scrivere, solo che non trovo mai il tempo o il momento giusto per farlo.
Mi faccio come al solito travolgere dal succedersi continuo di affari familiari e lavorativi... e poi c'è la televisione che molte sere dopo le dieci e dopo aver messo i ragazzini a letto rimane l'unica attività che ti permette di tenere gli occhi aperti per un'altra oretta senza alzare nemmeno un dito.
Dannate comodità.
Non so nemmeno da dove sono partito, ma questa volta non rileggo... se devo essere disordinato lo voglio essere fino in fondo... Devo scrivere più in fretta e senza pensare troppo anche perché tanto non scriverò mai come uno scrittore o un professionista dell'inchiostro. E non è questo il punto.
Per me la scrittura ha più che altro un grande effetto terapeutico.
Tra l'altro a scuola nei temi ho sempre fatto schifo. Penso di non aver mai preso più di un sette e anche quello forse il buon vecchio Recalcati me l'ha messo solo per darmi un po' di fiducia...
E poi il disordine quando ce l'hai dentro devi anche scriverlo. Altrimenti come fai a trasmetterlo? Il disordine che ho dentro  va messo nero su bianco.
Sono in ufficio.
Merda.

Oggi, tra le altre cose, è anche morta la Thatcher

Per rubare le parole ad un cavaliere mascherato, "il mio pensiero va ai minatori inglesi" (zeropregi)

Dicevo... non ne posso veramente più di sta cazzo di vita in ufficio.
Mi sento quasi soffocare in certi momenti... Ma non potevo scegliere di fare altro nella vita? O meglio scegliere potevo di sicuro, solo che non l'ho fatto... Ho lasciato che le cose accadessero come sempre. Non ho fatto un bel niente per fare ciò che avrei voluto fare.
Sono partito e ho lasciato tutto indietro. Non l'ho fatto per cercare un lavoro, l'ho fatto solo per fuggire da una donna, per fuggire dal dolore che mi aveva procurato vederla andare via con un altro, come se niente fosse... ma si sa che "l'amore vola" e poi mi sono ripreso bene dai...
Poi per un mese ho fatto quello che beveva e che si divertiva. Quello che giocava a viaggiare tra una brughiera e l'altra con uno zaino in spalla e una chitarra in mano. 
Quello che uscito dal Monastery Hostel di Lettefrack per salire sui Twin Pens ha chiesto alla tipa per la strada "scusa bella,  dov'è il sentiero per andare su in cima?" e lei che mi guarda come se fossi scemo e mi dice: "siamo in Irlanda, qui non ci sono sentieri... te lo devi creare tu il tuo sentiero". 
Alla fine il sentiero non l'ho trovato, ma dopo qualche difficoltà e dopo essere rimasto impantanato nel fango un paio di volte, lassù in cima ci sono arrivato e mi ricorderò per sempre il senso di libertà, ma anche di tristezza che mi ha invaso quel giorno.
Tirare fuori il dito e fare l'autostop era bello. Dopo quasi tredici anni ritrovarsi in un ufficio e non avere più lo smalto di allora lo è un po' meno, ma forse tutti scriverebbero le stesse cose che sto scrivendo io in questo preciso istante. Forse tutti pensano o provano le stesse cose che provo io.

Disordinato lo sono sempre stato e quindi la scrittura non può fare eccezione. Che poi la scrittura è una questione di esercizio come tante altre cose, la maggior parte delle cose.
Il talento senza applicazione non vale un cazzo.
Dico sempre che dovrei scrivere di più per sfogarmi e in fondo mi piace scrivere, solo che non trovo mai il tempo o il momento giusto per farlo.
Mi faccio come al solito travolgere dal succedersi continuo di affari familiari e lavorativi... e poi c'è la televisione che molte sere dopo le dieci e dopo aver messo i ragazzini a letto rimane l'unica attività che ti permette di tenere gli occhi aperti per un'altra oretta senza alzare nemmeno un dito.
Dannate comodità.
Non so nemmeno da dove sono partito, ma questa volta non rileggo... se devo essere disordinato lo voglio essere fino in fondo... Devo scrivere più in fretta e senza pensare troppo anche perché tanto non scriverò mai come uno scrittore o un professionista dell'inchiostro. E non è questo il punto.
Per me la scrittura ha più che altro un grande effetto terapeutico.
Tra l'altro a scuola nei temi ho sempre fatto schifo. Penso di non aver mai preso più di un sette e anche quello forse il buon vecchio Recalcati me l'ha messo solo per darmi un po' di fiducia...
E poi il disordine quando ce l'hai dentro devi anche scriverlo. Altrimenti come fai a trasmetterlo? Il disordine che ho dentro  va messo nero su bianco.
Sono in ufficio.
Merda.

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