8 April 2013

Oggi, tra le altre cose, è anche morta la Thatcher

Per rubare le parole ad un cavaliere mascherato, "il mio pensiero va ai minatori inglesi" (zeropregi)

Dicevo... non ne posso veramente più di sta cazzo di vita in ufficio.
Mi sento quasi soffocare in certi momenti... Ma non potevo scegliere di fare altro nella vita? O meglio scegliere potevo di sicuro, solo che non l'ho fatto... Ho lasciato che le cose accadessero come sempre. Non ho fatto un bel niente per fare ciò che avrei voluto fare.
Sono partito e ho lasciato tutto indietro. Non l'ho fatto per cercare un lavoro, l'ho fatto solo per fuggire da una donna, per fuggire dal dolore che mi aveva procurato vederla andare via con un altro, come se niente fosse... ma si sa che "l'amore vola" e poi mi sono ripreso bene dai...
Poi per un mese ho fatto quello che beveva e che si divertiva. Quello che giocava a viaggiare tra una brughiera e l'altra con uno zaino in spalla e una chitarra in mano. 
Quello che uscito dal Monastery Hostel di Lettefrack per salire sui Twin Pens ha chiesto alla tipa per la strada "scusa bella,  dov'è il sentiero per andare su in cima?" e lei che mi guarda come se fossi scemo e mi dice: "siamo in Irlanda, qui non ci sono sentieri... te lo devi creare tu il tuo sentiero". 
Alla fine il sentiero non l'ho trovato, ma dopo qualche difficoltà e dopo essere rimasto impantanato nel fango un paio di volte, lassù in cima ci sono arrivato e mi ricorderò per sempre il senso di libertà, ma anche di tristezza che mi ha invaso quel giorno.
Tirare fuori il dito e fare l'autostop era bello. Dopo quasi tredici anni ritrovarsi in un ufficio e non avere più lo smalto di allora lo è un po' meno, ma forse tutti scriverebbero le stesse cose che sto scrivendo io in questo preciso istante. Forse tutti pensano o provano le stesse cose che provo io.

Disordinato lo sono sempre stato e quindi la scrittura non può fare eccezione. Che poi la scrittura è una questione di esercizio come tante altre cose, la maggior parte delle cose.
Il talento senza applicazione non vale un cazzo.
Dico sempre che dovrei scrivere di più per sfogarmi e in fondo mi piace scrivere, solo che non trovo mai il tempo o il momento giusto per farlo.
Mi faccio come al solito travolgere dal succedersi continuo di affari familiari e lavorativi... e poi c'è la televisione che molte sere dopo le dieci e dopo aver messo i ragazzini a letto rimane l'unica attività che ti permette di tenere gli occhi aperti per un'altra oretta senza alzare nemmeno un dito.
Dannate comodità.
Non so nemmeno da dove sono partito, ma questa volta non rileggo... se devo essere disordinato lo voglio essere fino in fondo... Devo scrivere più in fretta e senza pensare troppo anche perché tanto non scriverò mai come uno scrittore o un professionista dell'inchiostro. E non è questo il punto.
Per me la scrittura ha più che altro un grande effetto terapeutico.
Tra l'altro a scuola nei temi ho sempre fatto schifo. Penso di non aver mai preso più di un sette e anche quello forse il buon vecchio Recalcati me l'ha messo solo per darmi un po' di fiducia...
E poi il disordine quando ce l'hai dentro devi anche scriverlo. Altrimenti come fai a trasmetterlo? Il disordine che ho dentro  va messo nero su bianco.
Sono in ufficio.
Merda.

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